Tucci, Maraini, Mele e Moise e il mistero di Lhasa
Mi è stato chiesto ancora, nel commento, perché Tucci e Maraini non si sopportassero.
Faccio quindi un elenco delle ragioni:
1) gli allievi che lo amarono dicono che fosse per una donna, forse la bella principessa del Gangtok, Pema Chöki Namgyal
2) i (pochi) allievi che non lo amarono dicono che fosse per alcuni scritti
3) Maraini mi disse semplicemente che Tucci era geloso di lui, del suo successo — ma non era per Segreto Tibet, perché fu pubblicato nel 1951, dopo la spedizione tibetana di Tucci del 1948, quella in cui Maraini fu lasciato indietro. Per questo Maraini sarebbe stato volontariamente escluso dal Tibet.
In realtà, Tucci portò Maraini con sé come fotografo nella spedizione del 1937 e poi in quella del 1948, ambedue in Tibet centrale. Al tempo, per entrare nel paese c’era bisogno dei permessi dei britannici e dei tibetani, e il Potala, la sede religiosa e amministrativa dello stato, era una cittadella proibita nella città proibita di Lhasa.
Nella prefazione di A Lhasa e oltre, il resoconto della spedizione del 1948 quando Maraini venne escluso, Tucci dice di aver chiesto il permesso di entrare a Lhasa per sé e per i suoi compagni di spedizione, oltre che per la guida. I compagni erano il fotografo Pietro Francesco Mele, che aveva parzialmente finanziato la spedizione, l’ufficiale medico della Marina Militare Regolo Moise, e Maraini.
Ma i permessi, ci dice Tucci nell’introduzione, non arrivarono o, meglio, arrivarono troppo tardi, quando lui, che l’aveva ottenuto quasi subito, era già entrato a Lhasa. Mele, che dal viaggio con Tucci pubblicò il libro fotografico Tibet del 1956, dovette sostare nello Yatung (guardate questa mappa delle autostrade che ora collegano vari punti dell’ex-Tibet, anche lo Yatung a Shigatse) per circa due mesi insieme a Moise, che pubblicò molti libri sulle malattie tropicali, e Maraini. Mele e Moise ottennero il permesso molto tardi e raggiunsero Tucci il 5 di agosto, dopo oltre due mesi che Tucci era partito e aveva visitato Lhasa.
E Maraini? Non lo raggiunse proprio! Rimase nello Yatung (che è una città e un distretto, un county). Fu l’unico escluso. In più, disse che Tucci si era finto buddhista per essere l’unico a entrare a Lhasa, città sacra del Buddhismo tibetano.
Vedremo che Tucci era buddhista, come forse già lo era Maraini. Però l’esclusione di Maraini è strana: fra loro era certamente successo qualcosa nello Yatung. Fu l’unico dei tre a non raggiungerlo. Forse, semplicemente, quello che Maraini disse a me lo aveva detto allora a Tucci: che lui non aveva affatto chiesto il permesso per tutti i compagni di spedizione, oppure, che aveva stracciato gli altri. Li aveva esclusi apposta. Cosa che si dimostrò vera perché alla corte del Dalai Lama c’è chi vide il Lama firmare il lasciapassare per tutti..
Ma Tucci non era un uomo da sopportare critiche e ingerenze, anche perché il capo-spedizione era lui. Che si faceva chiamare Eccellenza anche in viaggio, come mi disse Maraini e come scrisse anche in Segreto Tibet! Un ottimo capo-spedizione ma, certo, non un democratico.
Sapete che il Tibet è stato incorporato dalla Cina e poi invaso, distrutto, ecc. Qui un bellissimo sito che fa una lista di tutta la politica cinese nel Tibet e la Manciuria, sull’occupazione giapponese, e così via. Una sintesi, per avere le idee chiare. Offre molto di più come la Costituzione, o la Costituzione del Governo tibetano del 1991, in esilio a Dharamsala.
[...] Che fecero i suoi compagni di spedizione che partirono con lui, il fotografo Pietro Francesco Mele, che aveva parzialmente finanziato la spedizione, l'ufficiale medico della Marina Militare Regolo Moise, e Maraini, che non riuscirono a entrare a Lhasa? E soprattutto, che successe fra Tucci e Maraini? Perché fra i due non corse affatto buon sangue per i successivi 36 anni, fino a quando Tucci se ne andò, nell'aprile del 1984. Qui lo racconto. [...]
Se fu per volonta' di Tucci l'escludere Maraini dall'accesso a Lhasa, beh Sua Eccellenza commise un grosso, imperdonabile errore. Si privo' d'un giovane testimone, curioso, attento e - quel che piu' conta - innamorato dell'Oriente in generale e del Tibet in particolare. Se il Prof. Tucci ha lasciato un'imponente messe di studi, Maraini ci ha lasciato quel "Segreto Tibet" che, tradotto in una miriade di lingue, ha fatto conoscere ai piu' quello straordinario quanto disgraziato paese. Non e' la prima volta che l'inconto fra due forti personalita' anziche' produrre positive simbiosi conduce ad odi insanabili. Si potrebbe dire che talvolta la troppa cultura uccide il buon senso e l'intelligenza!! Peccato.
Hai ragione Paolo! Purtroppo però chi ne soffrì davvero fu il più "debole", cioè Maraini, non Tucci. Debole culturalmente e, soprattutto, in termini di potere.
Maraini ha lasciato un libro davvero formidabile, che vale 1000 volte i libri sul Tibet di Tucci in termini di popolarità, perché lui sapeva parlare alla gente. Ed era arguto, brillante e innamorato dell’Oriente.
Ma Tucci ha lasciato dei libri guida per conoscere la cultura ormai quasi scomparsa di un popolo, coi suoi templi e la sua arte. Questi sono in gran parte distrutti, i libri con le foto e i reperti di Tucci no.
Insieme avrebbero potuto andare non lontanissimo, ma coprire tutto lo scibile del paese, se solo avessero collaborato.
Chi sbagliò fu Tucci, credo, che non adottò con Maraini né buonsenso né intelligenza. Era più vecchio, più potente e più famoso di lui: e Maraini, proprio perché era come dici tu, gli faceva ombra.
Intanto complimenti per il lavoro e la passione.. In secondo luogo, mi sembra di notare delle incredibili somiglianze fra Tucci e Ardito Desio, capo spedizione di Italia K2 1954. Entrambi notevoli scienziati, ma anche dotati di un incredibile ego, mal disposto a sopportare figure altrettanto grandi: Maraini per Tucci e un giovanissimo Walter Bonatti per Desio. Bonatti però, probabilmente perchè aveva rischiato la vita, ebbe la peggio e dovette lottare 50 anni per una riabilitazione e senza mai ottenere le scuse del Ducetto (così l'avevano soprannominato). Maraini invece mi ha sempre impressionato per la capacità di perdono, come nel caso dei suoi carcerieri giapponesi. Forse, dato il suo sconfinato amore per l'Oriente, ne aveva anche assimilato l'oblio per i fatti negativi del passato, tutto il contrario di noi occidentali che ricordiamo, ricordiamo, anche e soprattutto le cose più brutte e su queste continuiamo a scontrarci. Cordiali saluti Carlo Alberto
Gentile Carlo Alberto,
La ringrazio per l’apprezzamento! Sa, le passioni sono passioni e io l’ho solo secondata, non ho fatto niente di speciale.:)
Quanto ha ragione sull’ego. Avevo sentito dire del Desio ma, ovviamente, non avevo le informazioni che mi dà.
Neanche Maraini è stato "perdonato" da Tucci, benché sia proprio Tucci che avrebbe dovuto essere perdonato! Ma Maraini era un uomo dalla statura umana superiore, senza meschinità piccinerie e competitività inutili. Infatti, mi disse che riconosceva che Tucci, come orientalista, era più profondo di lui.
L’amore di Maraini per l’Oriente fu quasi fisico, mi ricordo che mi colpì il fatto che somigliava a un vecchio giapponese e non a un occidentale.
Tucci l’amò di un amore totale, ma molto di testa, credo, fu davvero diverso da lui ma un genio, mi creda. E con l’ego che dice lei.
Ma, in fondo, chi è che può capire il cuore della gente?
Ma lei si occupa di…? Come mai li conosce?
Enrica Garzilli
Buongiorno Enrica. Verissimo quello che scrive: "le passioni sono passioni io l'ho solo secondata, non ho fatto niente di speciale." "Ma lei si occupa di…? Come mai li conosce?" Il mio lavoro non c'entra, ma le mie passioni si! Abito in una città circondata da montagne e con un simbolo che sembra un lingam appuntito verso il cielo. Appena posso corro in montagna, specialmente in inverno con le amate pelli di foca. La seconda passione è quella dei viaggi (ma qui posso "scappare" con meno facilità) che mi hanno condotto prevalentemente in Oriente forse a cercare le mie vite passate che si riflettono nei miei tratti somatici decisamente orientali. Con delle passioni così non potevo fare a meno di imbattermi in Fosco, ed è stato amore a prima lettura! Non vorrei sembrarle immodesto, ma più leggevo e più mi sentivo molto simile a lui: scialpinista, viaggiatore, curioso.. "Io penso che a dischiudermi la vita sono stati in gran parte i libri". (Cesare Pavese) Quelli di Maraini in particolare. Di Tucci ho letto solo indirettamente, ma ogni volta che passo in libreria rigiro fra le mani qualche suo libro e, prima o poi, me lo porterò anche a casa. Non metto assolutamente in dubbio che fosse un genio! Come lo era anche Desio, ma erano figli di altre epoche e probabilmente non avrebbero fatto quello che hanno fatto se avessero avuto dei caratteri diversi. Come vede, quindi, non è per caso che ho scoperto il suo blog. :-) Grazie e a presto Carlo Alberto
Lo scorso mese di gennaio ho trovato in una bancarella di libri usati Tibet Ignoto di G. Tucci. Una costante di quel libro è la sensibilità per lo spirito religioso di quelle popolazioni ed ho compreso meglio il titolo Tucci 'l'esploratore dell'anima' acquistato a Roma presso il Museo Nazionale d'Arte orientale nel mese di marzo 2006. Sto cercando di integrare la lettura mediante cartografia di quel viaggio. Ho conosciuto G. Tucci leggendo libri di F. Maraini (..Universi). Di F. Maraini ho letto Tibet Segreto ed ho trovato due magnifici volumi di fotografie. G. Tucci e F. Maraini sono state due persone straordinarie.
Sì Antonio, assolutamente straordinarie! Ti sono piaciuti i suoi libri?
Ho letto più volte diversi libri divulgativi di Tucci e una volta Segreto Tibet di Maraini (oltre a diversi libri divulgativi e non di Eliade, tanto per dare un'idea di un contesto ove colloco tali letture; piccolo aneddoto: Eliade invidiava il modo con cui il marciatore Tucci portava lo smoking). Non è il mio campo di studi, ma quando voglio sognare un po', le carovane di Tucci, scoperta di tanti anni fa, mi allietano assai (anche ora ho qui sul comodino Il paese delle donne dai molti mariti). Il mio straniamento è facilitato dalla fantasia di seguire il grande studioso bizzarro per sentieri impervi e alte valli accompagnato dai suoi riottosi yak; più di quanto non mi accada nella lettura del seducente fotografo (bellissime le foto, tra tutte la citatissima della stupenda principessa forse contesa). Libro, quello di FM, che pure ho letto con grande piacere, ma che ancora non mi ha indotto alla rilettura. Il conflitto tra i due non viene letto, mi pare, con una categoria inevitabile, solo che si conosca la vita accademica, che all'epoca doveva essere ancora più "chiara" nelle sue gerarchie: non c'era possibile simmetria tra l'erudito, universitario Tucci (solo per sua bizzarria apprezzabilissima divulgatore) e il prevalentemente narratore, "laico" universitariamente parlando, Maraini. Prima che un conflitto personale, c'è un conflitto tra culture, ottiche, modi di vedere le cose. Suppongo che Tucci provasse un sentimento di incomparabilità, e forse questo provocava Maraini. Poi questo si può tradurre in un evento personale, una contingenza provocatoria e scatenante.
certamente c'è anche quello che dici tu, una differenza sostanziale e incolmabile di fondo fr ai due. Però, credimi, Tucci era così competitivo che chiunque non piegava la testa davanti a lui veniva bollato ed estromesso, anzi, ostacolato.