Il Premio Jawaharlal Nehru per la Comprensione Internazionale va a Tucci
Ho già citato, ma applicate alla blogosfera, le parole che Giuseppe Tucci pronunciò a Roma nell’ottobre 1978 alla solenne cerimonia di conferimento del Premio Jawaharlal Nehru per la Comprensione Internazionale, il massimo riconoscimento dell’India. Gli fu dato perché con la sua opera avvicinò l’Oriente e l’Occidente.
Le parole sono bellissime e sono il segno più umano, più umanista che lui ha lasciato su questa terra: uguaglianza nella diversità.
Ma la società è come una foresta nella quale ogni pianta, ogni fiore, ogni animale coopera con la propria individualità alla gloria di tutto l’insieme; appunto perché diversi, concordano ad una bellezza concorde nell’unità finale ed in questa ciascun individuo partecipa alla costruzione di una superba cattedrale dove c’è posto per tutti [...] perché ciascuno, restando se stesso, è parte necessaria e insopprimibile [...] della diversità nell’unità, dove ci ritroviamo tutti affratellati…
Se tutti noi fossimo uguali saremmo come addormentati in una tenebra illune, mentre la diversità dev’essere come scintillazione di stelle in un cielo puro d’ombre, dove ogni stella spande la propria luce ma solidale con tutte le altre.
[...] Enrica ha un blog molto letto e un blog di nicchia, dedicato a Giuseppe Tucci, il suo maestro. Ma chi era Tucci? Un orientalista di Macerata, uno dei massimi studiosi occidentali delle culture asiatiche di tutto il Novecento, un vegetariano anomalo che non disdegnava le cosce di pollo, perchè i polli, diceva lui, sono animali stupidi, uno che durante la spedizione in Tibet centrale nel 1937 declamava ‘Il canto del pastore errante in Asia’ di Leopardi e poi scoppiava a piangere dalla commozione, uno che non sopportava Fosco Maraini, non si sa se per gelosia o per una tresca con una principessa dagli occhi a mandorla, uno che aveva una salute di ferro, perchè come racconta Giulio Andreotti, si beveva ogni mattina, a digiuno, un bicchiere di succo di limone, uno che scrisse ad Andreotti più lettere di quelle che Vincent Van Gogh scrisse a suo fratello Theo, uno che incontrò Gandhi a casa del poeta Tagore. Potrei continuare per ore a raccontarvi Tucci, ma Enrica lo fa dal giugno del 2006, e lo fa, ovviamente, un miliardo di volte meglio di me. Però io ho trovato una cosa su Tucci che forse a lei manca. Un numero de ‘Le vie del mondo’ del febbraio 1951 in cui Fosco Maraini parla di Tucci, del burro e delle ossa umane sul tetto del mondo. [...]
In effetti non so niente!:)
Dai dimmi tutto..
[...] Più modestamente, troverete anche il mio articolo Gandhi dynasty, sulla della famiglia che ha generato tre primi ministri - Jawaharlal Nehru, Indira e Rajiv Gandhi -, e che ha influenzato di più la politica non solo dell'India, ma del mondo. [...]
[...] Per capire l’India di oggi, di ieri e dell’altroieri, Via Enrica autrice di parte dell’ultimo Limes Più modestamente, troverete anche il mio articolo Gandhi dynasty, sulla famiglia che ha generato tre primi ministri – Jawaharlal Nehru, Indira e Rajiv Gandhi -, e che ha più influenzato la politica non solo dell’India, ma del mondo. [...]